Riporto per intero, e inserisco nel titolo il link al blog di Civiltà Contadina dove era stato pubblicato, un articolo di Marinella Correggia pubblicato sul Manifesto del 14 settembre a proposito del famoso macerato di ortica.
Ne avevo sentito parlare più volte, l'ultima durante una discussione con un socio di Civiltà Contadina alla fiera di Guastalla.
Ecco il testo:
Ne avevo sentito parlare più volte, l'ultima durante una discussione con un socio di Civiltà Contadina alla fiera di Guastalla.
Ecco il testo:
Usato da secoli nella protezione dei vegetali, il macerato di ortica ha come unico ingrediente oltre all'acqua le foglie di questa pianta spontanea chiamata molto ingiustamente erbaccia. L'ortica è in effetti un democratico alimento molto ricco di minerali, e al tempo stesso consolida e nutre i suoli; in Africa la «Rete per l'agroecologia» sostiene i contadini che la curano a questi scopi. Ha inoltre usi cosmetici ed erboristici, se ne possono ricavare carta e tessuti nonché, appunto, fitofarmaci naturali. Tanto che il Movimento uomini e ragazzi casalinghi propone le «orticherie» come progetto di economia altra: nei luoghi ricchi di materia prima, creare laboratori per ottenere alimenti, tessuti, carta e medicamenti; nei centri urbani, spazi non solo per la vendita ma per corsi di autoproduzione, seminari di cura ecc. E magari promuovere la polvere d'ortica nella lotta contro la malnutrizione infantile, giacché favorisce la produzione di latte materno.
Potenzialità del tutto trascurate. Ma in Francia è peggio. Dal 2002 in seguito a un'azione del Dipartimento repressione frodi del Maine-et-Loire, la vendita del macerato è diventata fuorilegge. La ragione? Non certo un presunto danno, dato che questo antico rimedio non ne ha mai registrati; ma perché il prodotto non è omologato. Come ha spiegato al sito www.univers-nature.com il contadino e scrittore Bernard Bertrand, portavoce dell'associazione Amis de l'ortie dedicata al recupero dei saperi tradizionali in campo agricolo, l'omologazione è un burocratico procedimento lungo e costoso, che richiede anni di sperimentazione e decine di migliaia di euro. Il che è più che giusto per le miriadi di sostanze di sintesi che affliggono il pianeta e l'agricoltura; ma per quelle nemmeno basta, visto che i loro effetti tossici si rivelano magari dopo decenni. Per i prodotti naturali, da tempo usati e che non hanno mai messo in pericolo la salute pubblica, l'omologazione è un'assurdità, sostiene Bertrand; oltre a essere non facile da ottenere, visto che la Commissione è formata esclusivamente da produttori di fitosanitari di sintesi. Bertrand e altri hanno chiesto una sorta di esenzione per legge, un certificato speciale per i prodotti naturali e conosciuti; ma niente.
Da poco la situazione è peggiorata, diventando addirittura surreale. Il 1 luglio è entrato in vigore un decreto che impedisce perfino di divulgare ricette per la preparazione di prodotti naturali se non omologati. Si vieta di trasmettere un sapere che appartiene alla memoria collettiva e potrebbe anche perdersi, di questo passo. Il solo fatto di comunicare pubblicamente, ad esempio durante un corso, o in un testo - come il libro Purin d'ortie et compagnie scritto dallo stesso Bertrand - o anche in un articolo, la ricetta secolare del macerato, o anche l'efficacia diserbante dell'acqua calda, in teoria comporta una multa salata e due anni di prigione. Magari non si arriverà a tanto, ma l'effetto disincentivante c'è. Alla fine di agosto Eric Petiot, un altro degli autori del libro, giardiniere paesaggista e organizzatore di stages sull'agricoltura biologica, ha ricevuto la visita di due ispettori, uno del servizio nazionale per la repressione delle frodi e l'altro del servizio regionale per la protezione dei vegetali, i quali gli hanno precisato che per i rimedi non omologati è vietata anche l'informazione, e che non deve più portare gli stagiaires a raccogliere le erbe selvatiche. Rimane il diritto di preparare il macerato e altri fitosanitari naturali per il proprio uso diretto; ma guai ad andare a dire che funziona, foss'anche in una riunione di paese. È evidente, per gli Amici dell'ortica francesi, che le multinazionali dei pesticidi esercitano pressioni sui Ministeri dell'Agricoltura e degli Interni.
Per disobbedire ai diktat francesi, ecco la ricetta del famoso macerato, utile a chiunque abbia qualche pianta da proteggere. In un recipiente, mettere a macerare in 10 litri di acqua meglio se piovana 1,5 kg di foglie di ortica (i getti giovani, non montati a seme) tagliuzzate; o quantità minori, in proporzione. Dopo 15 giorni filtrare. A seconda degli usi voluti: diluire 2 litri di macerato con 10 di acqua e spruzzarlo sul suolo contro le crittogame, ma anche come attivatore della crescita vista la ricchezza di sali minerali; oppure diluire un litro di macerato con 10 di acqua e spruzzarlo sulle foglie delle piantine come insetticida soprattutto contro i pidocchi; senza diluizione è un buon attivatore di compost. Conservare in recipiente ermetico al riparo dalla luce e a 18-20 gradi; è efficace per settimane.
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